È del 10 luglio 1491 la prima Apparizione a Caterina dell’Olmo.

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Così è narrata da un ingenuo documento, qui riportato in lingua più accessibile.

Prima Apparizione

Nel 1491 il 10 luglio, una domenica al tramontar del sole, una fanciulla onesta e devota della gloriosa Vergine Maria, di anni 15, la bagnolese Caterina figlia di Maffeo dell’Olmo, appartenente alla Disciplina di S. Rocco e di S. Pietro martire, ritornando a casa dove abitavano il padre e la madre, attraversando la lama di Bagnolo (il Crosale del Molinello, crocicchio della strada per Ghedi e per Leno) sentì una voce che la chiamava. Si guardò attorno, non vide nulla e riprese il cammino. Allora udì ancora la voce che diceva “Aspettami, filia mia”. Si voltò verso mezzo giorno e sulla strada vide una grande luce come quella del Sole. Fu presa da grandissimo stupore. Tutta spaurita, si inginocchiò a questo crocicchio. Le apparve innanzi una Signora bellissima, tutta vestita di bianco, con una corona d’oro in testa e un’altra assai splendente in mano. Rialzata da terra, congiungeva le mani come in preghiera mentre una grande stella le sfavillava sul petto.

La fanciulla disse: “Pax vobis” e la Signora rispose “Prendimi la mano”. Le prese la mano mentre la Signora aggiungeva: “Figlia mia, continua a fare il bene, così come hai fatto sino ad ora e riferisci ai confratelli della Disciplina che vogliano proseguire in quello che hanno iniziato. Che si guardino dai falsi giuramenti, dal bestemmiare e dal mormorare e che si sforzino di accrescere le loro preghiere”. Mise poi tutte due le mani sopra le spalle, la baciò sulle guance e le disse: “Va’, con la pace di Dio”. E si incamminò. Proseguì la strada fio all’altro incrocio, si voltò verso mattina, procedette sempre a fianco della fanciulla, mentre alternavano i loro sguardi, fio al fienile dove abitava la fanciulla. Le sue vesti emanavano profumi assai più intensi dell’aroma di spezie e vero muschio.

Questo racconto è dovuto alla testimonianza dei passanti, del padre e della madre, persone per bene.

Seconda Apparizione

Come nella precedente Apparizione, il 24 dello stesso mese, di domenica mattina, un’ora o due prima dello sbocciare del giorno, apparve proprio in questo luogo una grandissima luce come quando il sole sorge da oriente.

Risplendeva oltre misura, e fu vista, sembra, da Lucia moglie di Giovanni del Botto, da un altro denominato il Bovegno. Così come da Giovanbattista de Gerbino e da dieci Cremonesi uomini di fede i quali pellegrinavano a S. Giacomo di Castenedolo. Erano presenti anche Benedetto e Comino, chiamati pure i Cremonesi. Ciascuno di loro, al ritorno, fece una personale offerta così come i citati Cremonesi hanno riferito agli abitanti di Bagnolo, in presenza di numerosi testimoni. L’anno seguente lo scultore clarense Antonio Zamara (1432-1494), su commissione della comunità di Bagnolo e due anni prima della morte, realizza una statua lignea a ricordo dell’Apparizione, firmata e datata 1492. Rappresenta Santa Maria della Stella in modo non corrispondente all’Apparizione del 10 luglio 1491. Rifacendosi forse al primitivo affresco, realizza una statua policroma da collocare sull’altare: la Vergine è seduta sopra un piccolo trono, col Bambino appoggiato sulle ginocchia. Il gruppo dell’Apparizione che intende raccontare il fatto come avvenuto e, cioè, la Vergine Maria in posizione eretta e Caterina dell’Olmo ai suoi piedi, verrà invece realizzato dalla Ditta Poisa di Brescia quasi cinquecento anni dopo, nel 1935.

Nel 1492, un anno dopo l’Apparizione, il Comune emana l’ordine di celebrare la data del 10 luglio «con processioni e offerte del popolo e dei Disciplini, in memoria dell’Apparizione della Vergine Maria avvenuta nello stesso giorno dell’anno precedente, nel territorio di Bagnolo».