SINODO DELLA CHIESA

Pubblicato giorno 12 marzo 2022 - Senza categoria

IL SINODO DELLA CHIESA
La prima tappa: la fase narrativa
La fase narrativa è costituita da un biennio in cui viene dato spazio all’ascolto e al racconto della vita delle persone, delle comunità e dei territori. Nel primo anno (2021-22) vengono rilanciate le proposte della Segreteria Generale del Sinodo dei Vescovi per la XVI Assemblea Generale Ordinaria; nel secondo anno (2022-23) la consultazione del Popolo di Dio si concentrerà su alcune priorità che saranno individuate dall’Assemblea Generale della CEI del maggio 2022.
La seconda tappa: la fase sapienziale
La fase sapienziale è rappresentata da un anno (2023-24) in cui le comunità, insieme ai loro pastori, s’impegneranno in una lettura spirituale delle narrazioni emerse nel biennio precedente, cercando di discernere “ciò che lo Spirito dice alle Chiese” attraverso il senso di fede del Popolo di Dio. In questo esercizio saranno coinvolte le Commissioni Episcopali e gli Uffici pastorali della CEI, le Istituzioni teologiche e culturali.
La terza tappa: la fase profetica
La fase profetica culminerà, nel 2025, in un evento assembleare nazionale da definire insieme strada facendo. In questo con-venire verranno assunte alcune scelte evangeliche, che le Chiese in Italia saranno chiamate a riconsegnare al Popolo di Dio, incarnandole nella vita delle comunità nella seconda parte del decennio (2025-30).

IL CAMMINO SINODALE NELLA NOSTRA DIOCESI
“La posta in gioco è alta: ottenere dei risultati senza maturare uno stile sinodale consegnerebbe la Chiesa a una delusione che comprometterebbe il futuro della sinodalità e della stessa Chiesa. Torno a ripeterlo: meglio che il Popolo di Dio nelle nostre Chiese si confronti sull’interrogativo fondamentale, piuttosto che parlare di qualsiasi cosa, senza costrutto e soprattutto senza direzione.
Ciò che conta è maturare una vera mentalità sinodale; comprendere che davvero «la Chiesa è costitutivamente sinodale», cioè Popolo di Dio che cammina insieme, non solo perché cammina, ma perché cammina sapendo dove va – verso il compimento del Regno – e perciò si interroga sulla strada da percorrere, ascoltando ciò che lo Spirito dice alla Chiesa.
Sono convinto che il primo e più fondamentale frutto di questa prima tappa del processo sinodale sia la convinzione, maturata nel reciproco ascolto, che la vita della Chiesa inizia dall’ascolto, come conseguenza di quella riscoperta della dimensione pneumatologica della Chiesa che il concilio ci ha riconsegnato e che impegna soprattutto noi pastori nel compito irrinunciabile del discernimento.”
Con queste parole il Card. Mario Grech, segretario generale del sinodo dei Vescovi, si è rivolto alla assemblea generale della Conferenza Episcopale Italiana lo scorso 23 novembre.
Ci sentiamo fortemente impegnati a promuovere questo cammino sinodale in comunione con tutte le diocesi italiane e nel mondo. Questo stile ci consentirà di affrontare ambiti decisivi per la pastorale delle nostre parrocchie:
la rivisitazione dell’ICFR,
il progetto pastorale con e per i migranti nella Diocesi di Brescia,
le linee di pastorale familiare
Questo percorso implica una consistente, matura, efficace fase di ascolto del Popolo di Dio.
La consultazione del Popolo di Dio è già parte del processo sinodale. Interpretare diversamente sarebbe andare contro il concilio Vaticano II, che riprende dalla Sacra Scrittura e dalla Tradizione la chiara affermazione che «la totalità dei fedeli che hanno ricevuto l’unzione del Santo (cfr 1Gv 2, 20 e 27) non può sbagliarsi nel credere e manifesta questa proprietà particolare mediante il senso soprannaturale della fede di tutto il popolo, quando “dai vescovi fino agli ultimi fedeli laici” esprime il suo universale consenso in materia di fede e di morale» (LG 12). Il Documento preparatorio in questo è chiarissimo, quando afferma la parte del sensus fidei nel processo sinodale.